AUTONOMIA O GLIFOSATO?

Nel suo atteso verdetto sul rischio posto dal Glifosato, erbicida diffusissimo, l’EFSA, l’autorità per la sicurezza alimentare dell’UE, ha riscontrato “l’assenza di aree critiche di preoccupazione”, pur affermando che le lacune nei dati non consentono di trarre conclusioni su alcuni aspetti.
Ergo, nel dubbio, noi Europei il Glifosato possiamo continuare tranquillamente a usarlo e a  mangiarlo insieme a frutta e verdura! Per chi non lo sapesse il Glifosato è utilizzato in agricoltura su scala mondiale ed è l’erbicida più popolare perché in grado, almeno temporaneamente, di eliminare rapidamente tutta la vegetazione. Viene largamente usato come diserbante nelle colture legnose (vigneti, oliveti, frutteti, agrumeti, noccioleti, mandorleti, pistacchio) ma anche nelle colture orticole e cerealicole, fragole, colza, barbabietola, lino, girasole, pioppicoltura, riso, soia, vivai, aree industriali, sedi ferroviarie, argini di canali, fossi.
Inoltre è utilizzato per l’essiccazione dell’orzo e del grano per l’industria della birra dal 1973.
L’erbicida miracoloso viene spruzzato anche poco prima della raccolta direttamente sulla pianta, per aiutare la maturazione delle spighe di grano. E’ utilizzato anche per legumi, patate e semi oleosi, barbabietola, girasole, colture orticole.
In Sri Lanka, aimé, il Glifosato è stato messo al bando, in quanto, guarda un po’, ritenuto responsabile del decesso di molti contadini.  In Europa invece, come afferma l’EFSA, in mancanza di dati certi continuiamo a usarlo su vasta scala. Da noi in Occidente infatti, a differenza del sottosviluppato Sri Lanka, vige la logica del Mercato! La Politica, prona alle pressioni delle Lobby delle grandi Corporations, invece di imporre regole per tutelare la  salute pubblica, specie in presenza di rischi anche solo ipotetici, ne subisce mestamente i diktat pure se in ballo c’è la salute dei cittadini. Nel dubbio si dovrebbe evitare di mettere a rischio la salute pubblica fino a quando il dubbio non sia stato sciolto. Invece vale il contrario, nel dubbio che una sostanza sia cancerogena e pericolosa per la salute umana si è pensato bene di continuare ad utilizzarla. È il Mercato bellezza! Le colture intensive che inondano i mercati con prodotti a basso costo non ne possono fare a meno e le colture OGM neppure. Queste ultime infatti sono state rese immuni al Glifosato con il quale possono essere irrorate copiosamente senza danni. Chissà se sono immuni al Glifosato anche coloro i quali li coltivano e coloro i quali quei prodotti li mangiano, cioè tutti noi? Gli affari sono affari e poco importa se qualche contadino o qualche consumatore di prodotti ortofrutticoli a basso costo ne possa avere danno. Ma come difendersi? Come fa il povero utente del supermercato rionale o  del grande centro commerciale a procurarsi beni alimentari esenti da prodotti chimici potenzialmente letali e di cui il Glifosato è solo l’esempio più eclatante e attuale? Difendersi non è possibile perché un sistema alternativo per produrre il cibo, per la maggioranza della popolazione, oggi non esiste, non più. Siamo dipendenti dalla grande industria alimentare che ci impone di mangiare alimenti al Glifosato e affini.
Ma in effetti, udite, udite, un’alternativa ci sarebbe e si chiama “Autonomia“, tornare a produrre da soli i beni alimentari di cui abbiamo bisogno. Impossibile direte, Utopia e lo capisco, se non fosse che solo pochi decenni fa quello che oggi appare impossibile era pratica comune. La tecnologia però può servire anche per scopi positivi e non solo per arricchire le Élite e le grandi Corporations. Grazie alla tecnologia oggi è possibile, tramite sistemi di coltura modulari e autosufficienti, produrre ogni tipologia di vegetale edibile praticamente sotto casa e appunto in autonomia. La tecnologia ha infatti permesso di realizzare le ” Mini-serreGeoponiche“. Si tratta di moduli di produzione elementari al cui interno viene riprodotto il ciclo naturale dei vegetali senza uso di pesticidi, fertilizzanti chimici e mezzi meccanici, quindi energia fossile. In una serra, a forma di semisfera, di soli 6 metri di diametro, si riescono a coltivare vegetali per il fabbisogno di circa sei famiglie. Nella serra c’è un laghetto con dentro dei pesci. L’acqua del laghetto, concimata e fertilizzata dai pesci in modo naturale, viene inviata a dei bacini di coltura, dove crescono i vegetali, per poi tornare nel laghetto. Un ciclo chiuso naturale e virtuoso, senza consumo di suolo e che necessita di sole, il vero motore del sistema, di acqua e di alimentare i pesci. I vantaggi sono enormi e non solo perché si tratta di una coltivazione assolutamente biologica e autonoma, senza consumo di terreno, a costi bassissimi e a km zero. I vantaggi stanno anche e soprattutto nel fatto che sistemi di questo tipo possono essere messi in rete creando comunità di scambio solidali e senza uso di denaro ma che scambiano valore. La serra che coltiva insalata è connessa, anche virtualmente tramite un’apposita Applicazione, con quella che coltiva zucchine e quella che produce pomodori o melanzane. E così via. I produttori si scambiano i prodotti ma scambiano al contempo conoscenze, idee, si aiutano e scambiano sentimenti. Il più grosso risultato che si ottiene è quello di creare nuovamente, nell’Occidente globalizzato e individualista, una Comunità solidale che sta insieme non perché forzata da un modello capitalista e di profitto ma per scelta, per comunanza di idee e per rispetto reciproco, autonoma ma unità nei sentimenti e nei valori. Autonomia alimentare quindi ma perché limitarsi a quella. Lo stesso discorso può valere per la produzione e condivisione di energia da fonti rinnovabili, la condivisione di spazi per attività fisiche e metodologie per una vita sana e salubre.  Poi c’è la produzione di beni alimentari derivati: costruzione di piccoli mulini di comunità per la molitura di cereali e grani antichi biologici, costruzione di forni di comunità. L’avete mai mangiata una pizza cotta in un forno in pietra posto in una vecchia masseria di campagna? E l’allevamento? Vogliamo parlare dell’allevamento intensivo di polli, maiali, bovini cresciuti a forza di steroidi e antibiotici? E se si creassero piccoli allevamenti in aree rurali dove crescono un numero limitato di capi, all’aperto in modo naturale? Si può fare? Si se esiste una Comunità che grazie al seme piantato dalle Mini-serre Geoponiche naviga nel mare delle opportunità che è rappresentato dall’oceano dell’Autonomia. Questa è la via anche perché l’alternativa alla creazione di Comunità Autonome è continuare a mangiare il Glifosato!

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