Il Cigno

 

 

 

 

 

 

 

 

Specchio delle mie brame,
bastardo del reame,
mentitor letale,
bieco traditore,
tu m’hai nascosto truce
tutta la mia luce.
Neanche una magia
spezzo’ questa malia
ma solo il canto e il cuore
smorzarono il dolore.
Com’ero veramente
celasti scientemente
bastardo mentitore,
specchio traditore!
La colpa la dò a te specchio di brame
che tanto a te non pesa il mio fardello,
d’essere stata cigno e non saperlo.
Tu sempre raccontavi mentitore
che la bellezza e io non s’aderiva
e sempre nascondevi traditore,
che la bellezza non l’hai mai per dono
ma costruirla devi da te solo.
E che piacere ora,
mostrar la nuda pelle,
splendente e seducente,
nascosta inutilmente.
È questo il torto tuo, bastardo riflettente.
La colpa la dò a te specchio di brame
che tanto a te non pesa il mio fardello,
di esser stata cigno e non saperlo.
Tu sempre raccontavi mentitore
che la bellezza e io non s’aderiva
e sempre nascondevi traditore,
che la bellezza non l’hai mai per dono
ma costruirla devi da te solo.
Con nuovo sguardo allora mi guardai
quando alla fine rigettai
quello che riflettevi ingannatore
scoprendo un volto nuovo e inesplorato
il volto mio, da sempre mai guardato.
Passato è il tempo e al fin l’ho realizzato
il sogno di apparire esteriormente
bella com’ero intimamente.
Ormai non soffro più specchio malvagio
perché di fronte a te sono a mio agio
adesso che son io a comandare
l’immagine di me da rimandare.
La colpa resta a te specchio di brame
che tanto a te non pesa il mio fardello,
di esser stata cigno e non saperlo.

Michele Signa

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