Zaki SI, Assange NO !

Il perseguitato è tale se chi lo perseguita è un dittatore antipatico e cattivo se invece il persecutore è un nostro amico il malcapitato perde la qualifica di perseguitato. Assange, simbolo del giornalista libero, coraggioso, determinato al punto da sfidare la potenza USA, finisce nel dimenticatoio e passa da perseguitato innocente dieci anni in carcere, destinato verosimilmente a una fine tragica. Zaki e sottolineo giustamente, diventa il paladino del nostro Governo, dei giornalisti mainstream e degli intellettuali italici. La proposta presentata al Parlamento Italiano di concedere ad Assange asilo politico invece è stata respinta.

Zaki si, Assange no!

Julian non è di moda, non è adatto ad essere il  beniamino dei radical chic poiché a perseguitarlo non è un brutto regime nordafricano ma un nostro amico democratico, lo zio Sam. L’ipocrisia regna sovrana nel Parlamento, tra gli intellettuali e tra i giornalisti, gli ultimi a difendere un collega reo di avere fatto il suo lavoro: pubblicare quello che il Potere non vuole si sappia! Ma questo concetto ai giornalisti italiani per gran parte sfugge, proprio non gli appartiene, abituati come sono al “giornalismo da riporto“, che riporta, senza analizzarle o contraddirle, dichiarazioni e prese di posizione di chiunque purché non siano in contrasto con la linea del vero Potere. Capaci soltanto di attaccare finti Potenti: Berlusconi, Salvini, Renzi, ecc., burattini del vero Potere, che ad attaccarli si rischia ben poco anzi spesso ci si guadagna. Perché chi, anche inconsapevolmente, contribuisce ad alimentare l’arma di distrazione di massa, il racconto mainstream, il teatrino a reti unificate, utile a disinformare con metodo e tenere a bada i sudditi, alla fine viene premiato. Dove siete Travaglio, Scanzi, Gabbanelli, Giletti, Ranucci e Co., per citare quelli apparentemente più liberi e caustici verso il potere ma quello finto? Perché non inondate le prime pagine dei giornali, i vostri social e le trasmissioni TV di appelli quotidiani per Assange, di reportage sul suo stato di detenzione illegittima e di perseguitato? Perché? Vergognatevi!

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